Ivo Scaringi

Ivo Scaringi è uno tra i più significativi artisti del ‘900. Nato a Trani il 6 giugno del 1937, fin dalla sua infanzia, ha frequentato la bottega del padre Nicola, instancabile e dedito scultore; è proprio questo l’ambiente in cui Ivo Scaringi ha compiuto la sua formazione morale e professionale.

Nel 1957 ha iniziato a frequentare l’Istituto Statale dell’Arte di Bari, dove tra i suoi maestri incontra Francesco Spizzico che lo influenzerà maggiormente con la sua pittura autentica ed originale; nel 1961, terminati gli studi e abilitatosi all’insegnamento delle discipline artistiche, intraprende la carriera di insegnante presso l’Istituto in cui lui stesso aveva studiato in cui vi rimase fino al 1969.

Nonostante la sua carriera da insegnante, Ivo Scaringi si è dedicato con grande passione all’attività artistica intervallata da numerose esposizioni. Lo stile di Scaringi rientra in un campo d’indagine a vasto raggio, non connesso a movimenti precisi, ma che accomuna autori di differente formazione, desiderosi di recuperare la funzione sociale dell’opera d’arte. Ferma restando l’eterogeneità e l’indipendenza delle singole proposte, emblematico per il contesto italiano è il sorgere a Milano del Realismo esistenziale, movimento artistico affermatosi tra la seconda metà degli anni Cinquanta e l’inizio del decennio successivo, molto più vasto dei soli nomi a cui la critica abitualmente lo restringe. Inquadrabile nella più ampia cornice della Nuova Figurazione postbellica, il Realismo esistenziale è un modo di interpretare il mondo a cui gli artisti si accostano con diversi gradi di (tras)figurazione, mossi da un comune modo di sentire e percepire l’esistenza, tra sofferenza e solitudine. È il modo di Vespignani, Ferroni, Guerreschi, Romagnoni ma anche, in senso più ampio, di Francis Bacon e di Alberto Giacometti, indiscussi protagonisti di una stagione internazionale dell’arte che alla pungente ironia della Pop Art contrappongono la drammatica consapevolezza della condizione umana.

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