Antonio Bassi

Figlio dello scultore Nicola Bassi, compie il suo apprendistato prima a Roma, poi in Germania e in Austria. Le esperienze giovanili segnano la produzione artistica successiva, che viene influenzata dall’espressionismo e dalla Secessione viennese: i modelli artistici di riferimento richiamano tra gli altri Gustav Klimt e Franz von Stuck. Costante è anche l’influenza dei modelli classici, in particolare nel disegno dei nudi.

Nel 1917 espone diverse opere alla I mostra d’Arte Pugliese a Bari. In seguito si dedica alle commesse pubbliche, agevolato dalla vicinanza al fascismo: è infatti segretario del Fascio di Trani e membro della federazione provinciale. Realizza monumenti pubblici, oltre che a Trani, in molti altri comuni pugliesi e lucani.

La militanza tuttavia non gli risparmia, il 18 settembre 1944, di essere tra i 54 ostaggi presi dai militari tedeschi a Trani per rappresaglia dopo l’uccisione di due soldati durante un’azione di guerriglia. In quel frangente, forte della conoscenza del tedesco negozia presso il comando la liberazione sua e degli altri ostaggi: la sua iniziativa, supportata dal podestà Giuseppe Pappolla e dall’arcivescovo Francesco Petronelli è ritenuta decisiva per la positiva risoluzione della vicenda.

Nel dopoguerra si dedica prevalentemente alla committenza privata. Muore nel 1965.

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